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About Anaconda

Anaconda

Anaconda è nata il 24 settembre del 1980.
in via Bergamini 7 a Milano, a due passi da Piazza del Duomo.una zona antica ed immutata di Milano, con il suo giardino incantato e la bellezza della Cà Granda, oggi Università
Agli inizi Anaconda era una sorta di concept store (che all’epoca veniva definito ’bazar’) in cui si trovavano tutte cose disegnate da Monica Rossi: da semplici gioielli in argento ad abiti ‘pezzi unici’ fatti con tessuti bellissimi importati dall’India, ed oggetti rari etnici, tessuti, vetri provenienti dai suoi viaggi.
Ma la passione per la tecnica orafa e per la sperimentazione con materiali diversi ha portato Monica ad eleggere il gioiello come suo mezzo d’espressione unica.
Nei primi anni ha prodotto gioielli con grés porcellana, elementi di tessitura, seta, tecniche di tintura come il tye & dye , tutto applicato ai gioielli… per approdare poi dolcemente ad un gioiello più tradizionale, inserendo l’oro, solo rosa, poi verde, poi bianco unito a pietre sempre particolari, fatte tagliare su misura sul gioiello disegnato secondo le ‘sue‘ proporzioni, mai utilizzando pietre già tagliate.
Tranne per i diamanti ‘taglio a rosa’, da sempre gli unici impiegati nella produzione di Anaconda.
Negli anni 90 Anaconda è diventata molto conosciuta per il suo lavoro di un’estetica essenziale ma ‘naturale’, senza mai forzature verso un design ‘intellettuale’, ma al contrario, cosi semplici, spontanei, fuori dal tempo.
Un ‘less is more’ molto calibrato, pieno di dolcezza e di mezzi toni, di ricerca spontanea.
La scoperta della ricchezza di impieghi dell’incisione ha rivoluzionato un mercato sino ad allora legato a valenze molto classiche, un po’ troppo classiche per un pubblico giovane.
Quindi per parecchi anni Monica ha lavorato esplorando modi alternativi di progettare con l’incisione, di ridarle nuova vita.
Questo ha avuto un grandissimo riscontro sia in Italia che all’estero, conquistando il mercato americano incantato dalla bellezza di questo tipo di lavorazione applicata a forme molto pure, portabili, attuali ma sempre con quel ‘tocco’ di fuori dal tempo che ha sempre caratterizzato la produzione di anaconda.
La ricerca di toni di colore, sia nel metallo che nelle pietre, che fossero sempre estremamente raffinati, mai chiassosi neppure nel loro impiego piu estremo, ha creato un segno distintivo del lavoro di anaconda, unito all’osare sempre in modo molto femminile e delicato impieghi inusuali di lunghezze negli orecchini, o nell’esilità di alcuni gioielli o nell’opulenza stranamente delicata di altri.
A volte le persone dicono che i gioielli di Anaconda che indossano sembrano nati con loro e per loro.
Che non li stancano, che non possono separarsene, che vivono con loro.
In fondo nel lavoro di Anaconda c’è un grande senso della misura, di armonia, di naturalezza.
C’è una grande cura nella realizzazione di forme in fondo molto essenziali e semplici, con cui si vive volentieri, a lungo.
C’e grande spazio al colore, verso cui Monica è sensibilissima e da cui è oltremodo affascinata.
Ma quando c’è il colore che domina, il metallo diviene quasi invisibile.
Quando è invece il metallo protagonista, allora si esprime moltissimo, attraverso la forma, o attraverso l’incisione, o la finitura della superficie.
Ed ogni finitura cambia la rifrazione della luce e il gioiello diventa unico.
Grande appassionata di storia del gioiello, e collezionista di libri d’arte sui gioielli e le lavorazioni del metallo, Monica ha acquisito in questo campo una buona conoscenza.
Che le permette di spaziare, di sperimentare, di progettare con grande libertà. E grande raffinatezza.

Monica

Sono nata a Milano, il 16 agosto 1957
Mio padre era editore musicale e discografico, mio zio compositore, mia nonna una famosa modista con bottega in via Montenapoleone.
Una famiglia interessante, geniale, scomoda, da cui me ne sono andata via molto giovane, interrompendo gli studi e facendo mille lavori, fra un viaggetto e l’altro perchè la mia grande passione era guardarmi intorno, vedere e capire.

Ho una grande passione per gli animali, per gli esseri umani, per tutto ciò che è vita. Affettuosamente semplice, ho avuto ed ho tuttora grandi passioni che certamente hanno contribuito a ‘crescermi’ e ad indirizzare il mio modo di vedere il mondo, e le mie ricerche ed infine probabilmente il mio lavoro.

La musica, la danza, i tessuti, l’etnografia, la lettura, la scrittura, i films, la natura, i viaggi, le culture differenti… sono stati elementi fondamentali per vivere, curarmi, gioire ed arrivare a guardare con gli occhi con cui ho visto e vedo il mondo.
Direi che la chiave di volta del mio essere è nella ricerca costante dell’ARMONIA, fondamentale per me sia esteticamente che interiormente.
Credo di essere approdata ai gioielli perchè ho avuto fortemente uno spirito nomade (forse non sapevo dove stare, dove fermarmi)…, ed il gioiello è qualcosa che indossi, e ti porti dietro.
Cosi come uno scialle, come una musica, una danza.

E credo di essere rimasta impigliata in questo amore che dura ormai da 35 anni perché è un universo talmente ricco, con tutte le sue differenti lavorazioni e la bellezza delle pietre… migliaia di colori e textures differenti, incredibili… una magia… da non riuscire mai a dire ‘basta’.
Un’altra pietra, un altro stimolo, e la passione si risveglia
Ho disegnato un po' di tutto, da quando ero ragazza.
I vestiti che non trovavo, il divano che volevo, ed i gioielli che avrei voluto avere.
Per me è sempre stata una cosa assolutamente naturale.
Alla quale non ho mai attribuito particolare rilievo artistico.
Per me un gioiello è COSI, niente altro che così: lo vedo immediatamente.
Per me una forma chiama un colore, di metallo e di pietra.
Cosi come una musica ed un paesaggio ti portano una storia da raccontare ed io la racconto con i gioielli e vedo la storia scorrere davanti a me.
Quindi mi sono formata da sola, grazie ad una curiosità ed un entusiasmo inguaribili e ad un mondo immaginario che continua ad accompagnarmi anche oggi ed in cui spesso mi ritiro.
Da sognatrice stanca, che ha bisogno del suo nutrimento.
Ho ancora occhi da bambino, e la bellezza mi stupisce sempre molto.
Do molta importanza all’essenza delle cose, all’anima delle cose, all’anima della vita.
E forse il mio lavoro risente molto dell’aspetto simbolico ed affettivo con cui l’ho sempre affrontato e con cui ho accompagnato le persone a viverlo.
Mi piace pensare di essere, a volte e spero spesso, il veicolo di un messaggio d’amore fra delle persone.
Perchè in fondo il gioiello è, molto, anche questo.
Un simbolo, uno strumento di comunicazione.